Al vertice sul clima delle Nazioni Unite a Dubai, gli Stati Uniti, il Canada e il Kenya sono stati tra i 63 paesi che hanno aderito all’impegno di ridurre drasticamente le emissioni legate al raffreddamento.
Il “Global Cooling Pledge” si focalizza sulla necessita di ridurre emissioni di riscaldamento climatico derivanti dal raffreddamento, che comprende la refrigerazione di alimenti e medicinali e l’aria condizionata.
Impegna i paesi a ridurre entro il 2050 le emissioni legate al raffreddamento di almeno il 68% rispetto ai livelli del 2022, insieme a una serie di altri obiettivi tra cui la definizione di standard minimi di prestazione energetica entro il 2030 e intende tracciare un percorso per ridurre le emissioni legate al raffreddamento in tutti i settori e aumentare l’accesso al raffreddamento sostenibile.
Circa 1,2 miliardi di persone che necessitano di sistemi di raffreddamento non hanno ancora accesso. La capacità installata è destinata a triplicare entro la metà del secolo, a causa dell’aumento delle temperature, della crescita della popolazione.
Un rapporto dell’Unep pubblicato mentre è in corso la Cop28 a Dubai afferma che le emissioni di gas serra del settore del raffreddamento (ad esempio frigoriferi e condizionatori d’aria) raddoppieranno entro il 2050 ma potrebbero essere ridotte tra il 60 e il 96% con misure per ridurre il consumo energetico delle apparecchiature e la decarbonizzazione della rete elettrica.
Queste misure alleggerirebbero la pressione sulle reti energetiche e farebbero risparmiare migliaia di miliardi di dollari.
Il rapporto “Global Cooling Watch, Keeping it Chill: How to meet cooling demand while cutting emissions”, della Cool Coalition guidata dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), aggiunge che gli utenti finali potrebbero risparmiare 1.000 miliardi di dollari all’anno e il settore energetico fino a 5 mila miliardi di dollari. In base alle attuali tendenze di crescita, le apparecchiature per il raffreddamento rappresentano oggi il 20% del consumo totale di elettricità e si prevede che raddoppieranno entro il 2050.
Sono tre, secondo il rapporto, le aree che prevedono misure di raffreddamento sostenibili: raffreddamento passivo, standard di efficienza energetica più elevati e una riduzione graduale più rapida dei refrigeranti che riscaldano il clima. Queste misure consentirebbero una riduzione delle emissioni del 60%; l’aggiunta di una rapida decarbonizzazione della rete elettrica le taglierebbe del 96%.
Il rapporto è stato pubblicato a sostegno del ‘Global Cooling Pledge’, un’iniziativa congiunta tra gli Emirati Arabi Uniti in qualità di Paese che ospita la Cop28 e la Cool Coalition.
Gli Stati Uniti hanno aderito all’impegno mentre l’India, che probabilmente vedrà la maggiore crescita della domanda di raffreddamento nei prossimi decenni, non si era ancora espressa. Funzionari del governo indiano avevano precedentemente dichiarato di non essere disposti a perseguire obiettivi superiori a quelli fissati nel 1992 nell’ambito del protocollo multilaterale di Montreal per regolare la produzione e il consumo di sostanze che riducono lo strato di ozono e di idrofluorocarburi utilizzati nel raffreddamento.
I progressi nel raggiungimento degli obiettivi dell’impegno sul raffreddamento saranno monitorati su base annuale fino al 2030, con verifiche in occasione dei vertici annuali delle Nazioni Unite sul clima.