Le esigenze delle regioni carbonifere europee nel contesto della transizione energetica dell’UE sono state il primo argomento discusso dalla commissione Politica economica (ECON) del Comitato europeo delle regioni (CdR) riunitasi il 9 luglio a Bruxelles. I membri della commissione ECON hanno chiesto un adeguamento delle norme sugli aiuti di Stato e un finanziamento supplementare per le regioni interessate nel quadro della politica di coesione 2021-2027.

Nel 2018 la Commissione europea ha pubblicato la sua visione strategica a lungo termine per realizzare entro il 2050 un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra. Per raggiungere questo obiettivo, l’UE deve rinunciare in larga misura alle fonti di energia fossili e, in particolare, ridurre significativamente la produzione di energia dal carbone. Il carbone è ancora estratto in 41 regioni NUTS-2*, in 12 Stati membri, dove svolge un ruolo fondamentale nelle economie locali.

Mark Speich, sottosegretario del Land Renania settentrionale-Vestfalia agli Affari federali, europei e internazionali, e relatore del parere del CdR Ristrutturazione socioeconomica delle regioni carbonifere in Europa, ha dichiarato che: “attualmente in tutta Europa l’estrazione del carbone dà lavoro a 185 000 persone, mentre altre 52 000 sono occupate nel settore della produzione di energia elettrica dal carbone. Inoltre, l’industria del carbone è indirettamente legata a diversi settori dell’economia, come ad esempio la fornitura di fattori produttivi, beni strumentali, servizi e beni di consumo, dai quali dipendono altri 215 000 posti di lavoro. La trasformazione dell’economia e la creazione di nuove industrie richiederanno tempo. Dobbiamo pertanto assicurare ai lavoratori e alle comunità interessati il sostegno, la formazione e l’assistenza finanziaria di cui hanno bisogno per ricostruire le loro economie locali. Dobbiamo offrire loro una nuova prospettiva, affinché sappiano che non saranno lasciati indietro”.

In questo contesto, i membri della commissione ECON accolgono con favore la richiesta del Parlamento europeo di prevedere l’istituzione di un Fondo per una transizione energetica equa nel prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (quadro finanziario pluriennale). Tuttavia, sottolineano che risorse supplementari nel quadro della politica di coesione 2021-2027 risulterebbero più adatte di un fondo centralizzato per aiutare le regioni carbonifere e soddisfare la loro necessità di un sostegno su misura. Ciò è particolarmente importante in quanto tali regioni presentano notevoli differenze per quanto concerne la posizione geografica, il livello di sviluppo economico e le prospettive demografiche.

Jerzy Buzek, presidente della commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, ha dichiarato: “Sono lieto che il CdR si unisca alle istituzioni dell’UE che sostengono l’istituzione del Fondo per una transizione energetica equa per le regioni carbonifere, che io ho proposto in seno alla commissione ITRE del PE e che ha ricevuto il sostegno della stragrande maggioranza degli eurodeputati. Anche se le sinergie con i fondi di coesione saranno importanti, il Parlamento si aspetta finanziamenti supplementari e una linea di bilancio distinta per il Fondo nel nuovo quadro finanziario pluriennale. Si tratta di una condizione fondamentale per lanciare non solo un segnale forte ai cittadini delle regioni carbonifere, che non devono essere lasciati indietro, ma anche un messaggio importante per sottolineare l’importanza che attribuiamo nell’UE all’accordo di Parigi, alla nostra transizione energetica e agli ambiziosi obiettivi climatici“.

I membri della commissione ECON hanno inoltre posto l’accento sul valore aggiunto europeo derivante dal sostegno alle regioni carbonifere in questa fase di transizione, e hanno raccomandato di concedere alle regioni carbonifere un livello sufficiente di flessibilità nell’applicazione delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, per consentire loro di eliminare gradualmente il carbone in modo sostenibile sul piano sociale ed economico.

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Il Comitato europeo delle regioni

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) è l’Assemblea dei rappresentanti regionali e locali di tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea. Creato nel 1994 con il Trattato di Maastricht, ha il compito di coinvolgere nel processo decisionale dell’UE gli enti regionali e locali e di informarli sulle politiche dell’UE. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea consultano il CdR in relazione alle politiche europee che hanno un’incidenza sulle regioni e sulle città. Per far parte del CdR, ognuno dei 350 membri e 350 supplenti deve essere titolare di un mandato elettivo o essere politicamente responsabile dinanzi a un’assemblea eletta nella propria regione o città.

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Roma, 9 luglio 2019 - Presentazione dello Studio AIEE "L’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, nel sistema elettrico italiano"
Presentazione 8° Rapporto annuale sull'eficienza energetica dell'Enea