Il collegamento del mercato svizzero delle emissioni di CO2 con quello dell’Unione europea offre vantaggi sia a livello di politica ambientale sia economici. Un accordo è stato firmato il 23 novembre 2017 a Berna. Il 22 marzo 2019 il Parlamento elvetico ha approvato l’accordo. Ora deve essere ratificato dalla Svizzera e dall’UE prima di poter entrare in vigore il 1 gennaio 2020. La Svizzera e l’Unione europea hanno sistemi separati per lo scambio di quote di emissioni. Il sistema europeo (SSQE dell’UE) interessa oltre 11.000 impianti stazionari che emettono complessivamente circa 2 miliardi di tonnellate di CO2. Al SSQE dell’UE partecipano anche i gestori di aeromobili, che causano emissioni pari a circa 60 milioni di tonnellate di CO2. Al SSQE svizzero partecipano circa 50 aziende che generano complessivamente emissioni pari a oltre 5 tonnellate di CO2. La Svizzera ambisce a collegare i due sistemi per creare un mercato comune delle emissioni di CO2. Fondamentale a tal fine è il riconoscimento reciproco dei diritti di emissione mediante un accordo bilaterale. Anche l’Unione europea è interessata a un collegamento del suo sistema con quello svizzero. I negoziati fra la Svizzera e l’UE per il collegamento dei rispettivi SSQE sono iniziati nel 2011 e si sono conclusi nel gennaio 2016, quando la Convenzione è stata parafata sul piano tecnico.

I dati del rapporto del Gestore Servizi Energetici (GSE)
Gran Bretagna: nel 2018 le emissioni di CO2 sono diminuite del 2,4%